Questa sfida è quella che ha riservato le emozioni più forti, a cominciare dalla manche pole quando la Mitsu di Agostini si surriscalda e dopo una sola tornata deve essere trainata fuori del circuito. Ma il team del riminese riesce a rimediare e gli permette di essere al via delle manche che fanno classifica. La guerra con Bicciato si gioco sul filo del rasoio tra performance e tattica, ma alla fine della seconda endurance il cambio del driver di Bolozano resta bloccato in quarta, e Rudi è costretto ad issare bandiera bianca.
L’ultima gara Endurance sancisce il trionfo di Agostini, dalla sua giocano anche le mancate prestazioni di Pistono e Sizzano. Il Bolzanino non è assolutamente in palla, e tra le vetture di produzione deve cedere il successo della gara di Livigno alla Mitsubishi di Sergio Cantoni. Va peggio però a Sizzano, al via con un propulsore di emergenza montato in fretta e furia, ha pagato un elettronica tutta da regolare e dopo due dritti da paura causati dal blocco del motore, ha dovuto issare bandiera con il motore out, regalando il successo per il titolo IRC Production ad Aldo Pistono. E si vede scavalcare in campionato anche dalla Subaru di Alex Pregnolato.
Nella corsa al titolo Promotion, la vittoria parziale và alla Peugeot 106 di Claudio Gilardi, che precede la Saxo di Pistono che si aggiudica il titolo per il secondo anno consecutivo. Alle sue spalle si conferma Mirko Veneri che a Livigno chiude in quarta posizione alle spalle della Saxo del giovane Nicolas Cantoni. Sfortunata la gara del giovanissimo Andrea Bormolini che sulla pista di casa puntava al podio ICE CUP, sfuggitogli per pochi punti.
Il titolo riservato alle WSC Internazionali và alla Punto dell’Albese Cristiano Rubba, che brucia la Mitsubishi del debuttante Alessandro Pettenuzzo. Un successo che premia le fatiche e le sfortune di tante stagioni.
Un circuito molto veloce ma con il fondo irregolare ha sicuramente favorito la Delta S4 di Bormolini, che il driver di Livigno ha saputo sfruttare al 100%, ma la Punto made in Chiavenuto, indipendentemente alla guida ci fosse Andrea oppure Castegnaro ha dimostrato di essere al top la dove il gap della cavalleria teoricamente avrebbe dovuto penalizzarla. Due brevi lampi per Ivan Carmellino e Mirko Pettenuzzo. Il primo si è dovuto arrendere dopo la Pole dove aveva fatto tremare Bormolini, mentre Mirko nella prima manche Endurance ha tenuto testa a Chiavenuto, ma subito dopo ha dovuto issare bandiera bianca. Dopo una stagione tutta in black è emersa anche la Tigra di Canaguier quarto assoluto, dopo tante gare da dimenticare.