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Francoise Delecour e Dominque Savignoni su Peugeot 206 WRC si aggiudicano una spettacolare seconda edizione del Driver Rally Show. Davanti ad un folto pubblico come non si vedeva da tempo il grande campione transalpino conquista tutti non solo per le sue già ben note doti di guida.
Alle loro spalle, degni avversari Claudio De Cecco ed Alberto Barigelli su Ford Focus WRC, terzi Renato Campedelli con Cristian Zullo su Peugeot 206 WRC.
Show d’altri tempi per l’ex pilota di Formula 1 Alex Caffi in gara con una Porsche 997 GT1
Nella Terza Coppa Arena Historic Giorgio Costenaro e Sergio Marchi calano la terna vincente nella gara scaligera con la loro Lancia Stratos dopo una bella battaglia con Giampaolo Basso e Paolo Scattone su Porsche 911, terzo gradino del podio per Rino Muradore e Dario Andrian su Ford Escort.
Fin dalle loro prime edizioni la Scuderia Car Racing aveva organizzato il Driver Rally Show e la Coppa Arena Historic come una grande festa dei motori, un ritrovo di fine stagione dove lo scopo principale era soprattutto il divertimento e lo stare assieme. Se ci fossero stati dubbi su questo spirito bastava aggirarsi nella giornata di gara tra i Comuni di Soave, Badia Calavena ed Ilasi per capire come l’obbiettivo degli uomini capitanati da Dario Lorenzini era stato raggiunto in pieno. Una volta scattato il cronometro nessun equipaggio aveva intenzione di regalare nulla agli avversari, ma il tutto in un clima si serenità e di puro piacere di guida che riportava l’ambiente ad uno spirito rallystico d’altri tempi.
Una festa quest’anno che ha visto il suo “portabandiera” in quel Francoise Delecour che ancora prima di conquistare gli appassionati con quella sua guida spettacolare che gli ha permesso di essere un protagonista per molti anni del Mondiale Rally, ha conquistato – assieme al suo navigatore Dominique Savignoni – tutti per la disponibilità durante tutto l’arco della gara, rendendosi disponibili al calore con cui gli appassionati gli hanno accolti, concedendosi sempre per una foto, un autografo od anche solo un consiglio.
Se poi c’erano dubbi sulla scelta organizzativa della Car Racing della formula delle due prove speciali da ripetersi per tre volte la risposta, volendo anche inaspettata è arrivata proprio da Delecour al termine del primo “round” di gara, quando appena arrivato al riordino il francese commentava così i due tratti cronometrati baciati da uno splendido sole invernale accompagnato però da temperature molto basse: “E’ come un piccolo Montecarlo! Il tracciato è molto divertente, difficile e non banale. Bisogna stare molto attenti a non sbagliare nulla”. Nonostante un problema sulla seconda prova con la pompa della benzina, il transalpino come da pronostico partiva lancia in resta portandosi subito al comando regalando scampoli di alta scuola rallystica, dietro di lui un De Cecco al via a Verona soprattutto per prendere confidenza con la sua Ford Focus WRC che fino a quel momento non aveva mai portato in gara personalmente.
Alle loro spalle la lotta per il terzo posto appariva subito come un discorso tra Patuzzo con una Peugeot 307 WRC che non provava da luglio e Campedelli alla sua prima esperienza
con una WRC (in questo caso la Peugeot 206). Subito dietro un sempre incisivo Zecchin con la Clio R3 nonostante problemi ai freni ed al cambio e Sciessere attardato da un’errata scelta di gomme, problema che sarà comune a moltissimi equipaggi viste le temperature
molto fredde, a seguire un Arminen che senza bisogno di traduzioni, dopo due prove affermava: “Rally very difficult! Very slipery!”. Purtroppo per l’atteso equipaggio finlandese la corsa finiva prima del secondo riordino quando fuori dalla quarta prova speciale, in pieno recupero era costretto al ritiro per noie meccaniche alla sua Subaru Impreza N14 mentre occupava un’ottima quinta posizione assoluta, primi di Gruppo N dietro solo alle WRC. Sul terzo tratto cronometrato nel frattempo i brividi arrivavano per chi lottava per il terzo gradino del podio con Patuzzo che si girava perdendo oltre una ventina di secondi mentre Campedelli spegneva la vettura un paio di volte rimettendo così idealmente la palla al centro per la rincorsa alla terza piazza. Mentre proseguiva lo spettacolare monologo di Delecour, come sempre grande artista del volante dimostrando ancora una volta che non si resta sulla cresta del mondiale per oltre un decennio per caso (e per molto di più nel cuore degli appassionati), la gara si avviava al suo termine con l’ultimo colpo di coda proprio sull’ultima prova speciale, quando Campedelli sempre più a suo agio alla sua prima uscita con la 206 WRC staccava un secondo tempo assoluto che gli permetteva di sorpassare Patuzzo andando così ad agguantare il primo podio della carriera assieme a Cristian Zullo per solo un secondo e due decimi sul concittadino scaligero, primi equipaggi a tenere alti gli onori di casa.
Seconda piazza per il friulano Claudio De Cecco, che navigato da Alberto Barigelli si diceva soddisfatto della sua gara, tesa soprattutto a conoscere meglio la sua Focus e conclusasi dietro solo ad un campione come il transalpino.
Un Francoise Delecour che all’arrivo, dopo aver innaffiato i presenti di spumante sotto la Porta Verona di Soave commentava così la sua gara: “E’ stato un bel rally, con due prove speciali non banali, con delle caratteristiche che si sono rivelate un utile allenamento in vista della mia partecipazione al prossimo Rally di Montecarlo con una Peugeot 207 Super 2000. Anche con Dominique, il mio navigatore, c’è stata una bella intesa, e questo mi ha fatto molto piacere, desidero ringraziare tutti per l’accoglienza ed il calore che mi hanno dimostrato, mi sono proprio divertito. Grazie.”
Detto del quarto posto assoluto di Nicola Patuzzo ed Alberto Martini, su Peugeot 307 WRC, un’ottima quinta piazza e primi delle Super 1600 arrivava per Eddi Sciessere ed Alessandro Rossi, con tempi sempre di assoluto rilievo per il pilota vicentino.
Sesti, e primi della Classe R3 Emanuele Zecchin e Simone Scattolin, alle prese per tutta la gara con un problema al cambio che comunque non gli impediva di restare sistematicamente nei piani alti della classifica.
Da sottolineare infine il nono posto assoluto dell’ex pilota di Formula 1 Alex Caffi, al via per la gioia degli appassionati con una splendida Porsche 997 GT1, un’auto non certo nata per questo tipo di competizioni e che sul fondo freddo ed insidioso del Driver Rally Show ha comunque trovato un grande interprete nel pilota bresciano, il quale, per sua stessa ammissione affermava che “…non ho fatto un metro di strada diritto, è stata molto dura però mi sono divertito” questo anche per la gioia del numerosissimo pubblico presente che difficilmente dimenticherà le evoluzioni ed il canto di questa Porsche, con una classifica che addirittura poteva essere ancora migliore se in tre passaggi non avesse raggiunto il concorrente davanti a lui costringendolo a rallentare il passo. Al termine della gara Caffi commentava anche l’idea di far tornare le Gt nel mondo dei rally, confidando in un regolamento che permetta soprattutto di limare il peso ora troppo elevato e limitativo per delle vetture che altrimenti, almeno su certi tipi di prove speciali, potrebbero sicuramente essere competitive e sicuramente di grande richiamo e ritorno di immagine per questo tipo di corse.
Per gli amanti delle statistiche, è interessante sottolineare che la Peugeot 207 WRC messa a disposizione dalla RB Motorsport di Udine per Francoise Delecour è la stessa che lo scorso anno ha permesso a Taddei di primeggiare sempre al Driver Rally Show, ma soprattutto è la medesima vettura che nel 1999 ha preso parte al Campionato del Mondo Rally con Marcus Gronholm e…lo stesso Francoise Delecour, per un cerchio che, a quanto sembra, idealmente si chiude, o che forse magari si riapre proprio ora a nuove avventure agonistiche.
Come da programma e come un’ideale lettura cronologica, ad aprire le danze in questo fine settimana finalmente incorniciato da un sole che mancava da troppo tempo, sono stati
i protagonisti della terza Coppa Arena Historic, 23 equipaggi pronti a dare spettacolo senza nessuna remora di lesinare cavalli e controsterzi inaugurando nel migliore dei modi la proposta rallystica messa in campo dalla Car Racing.
Ancor più delle vetture moderne, l’argomento dominante dell’avvio di gara sono state le temperature molto basse che soprattutto nel primo giro i concorrenti si sono ritrovati ad affrontare. Rappresentativo a questo proposito il commento del favorito della vigilia Giorgio Costenaro, il quale nonostante la vittoria nelle prime due prove speciali descriveva la sua condotta di gara con la Lancia Stratos con una guida a “solfeggio”. Come da pronostico si piazzava subito alla rincorsa del vicentino lo scaligero Riccardo Andreis, che probabilmente con la sua Porsche 911 Carrera Rs pativa ancora di più il problema della scelta di gomme, anche se dopo due prove il distacco era di appena tre secondi tra i due contendenti. Le emozioni arrivavano comunque fin da subito, con un altro atteso protagonista come Giampaolo Basso che era protagonista di un “dritto” con la sua Porsche 911 sulla seconda speciale, una divagazione senza danni ma con un conto a livello cronometrico che alla fine della gara avrà il suo peso.
Peggio andava ad Andreis sulla terza speciale, quando si girava con la sua 911 andando a sbattere pesantemente con il posteriore, piegando anche lo scarico che gli comprometteva fino a fine prova le prestazioni della vettura di Stoccarda. Lo scaligero perdeva tempo prezioso, dicendo di fatto addio alla vittoria. Costretta al ritiro invece l’attesa Ferrari 308 GTB di Massimo Pedretti afflitto da noie al motore fin dall’avvio di gara. A prendere il testimone di sfidante a Costenaro era così Basso, in grande rimonta dopo lo svarione iniziale. La battaglia tra i due piloti di Marostica si faceva sempre più avvincente con Costenaro che cercava di amministrare il vantaggio accumulato vincendo le prime quattro speciali in programma e con Basso che per non lasciare nulla di intentato andava a vincere le ultime due con un finale che si decideva solo all’abbassarsi della bandiera a scacchi, con Giorgio Costenaro che navigato da Sergio Marchi si dimostrava ancora una volta il signore indiscusso della Coppa Arena Historic, andando ad apporre il suo terzo sigillo consecutivo alla gara scaligera: “Sono molto felice di questo risultato – spiegava al termine il veloce pilota vicentino – è una gara molto bella e divertente dove vengo sempre con molto piacere, ha una formula indovinata, con i miei avversari oggi è stata una bella battaglia, non posso che fargli i miei complimenti”. Dietro a Costenaro si piazzavano così Giampaolo Basso e Paolo Scattone su Porsche 911, i quali forse senza l’errore iniziale avrebbero potuto insidiare ancora di più la leadership del vincitore. Terzo gradino del podio per il friulano Rino Muradore che navigato da Dario Andrian si è ancora una volta rivelato veloce ed incisivo con la sua Ford Escort. Quarta piazza per la Porsche di Riccardo Andreis navigato da Stefano Farina troppo attardati dall’uscita iniziale per raggiungere anche il podio, ottimi quinti e primi di Terzo Raggruppamento i bresciani Roberto Montini e Cristian Valdini autori di una bella battaglia fino all’ultima speciale con l’equipaggio di casa composto da Alberto Sanna e Diego Andreis entrambi su Porsche 911 SC. Vittoria infine nel Primo Raggruppamento per i friulani Giampaolo ed Ughetto Corrao in gara con una rara Lancia Flavia Coupè.
Da sottolineare infine che con questo risultato il veronese Luca Cattilino navigato da Andrea Ballini si è aggiudicato con la sua Opel Kadett GTE la classifica assoluta del Campionato Triveneto 2010 Trofeo Rallies Autostoriche.
A chiusura di questo week-end di sport sono arrivate durante le premiazioni anche le parole del Sindaco di Soave il Professor Lino Gambaretto: “Vorrei ringraziare a nome di tutti i miei concittadini la Scuderia Car Racing e voi tutti equipaggi ed appassionati che avete scelto di passare questo fine settimana nel nostro territorio. In un momento per noi molto difficile dopo l’alluvione che ci ha colpiti, la vostra presenza è stato il primo evento
ufficiale che si è organizzato, dandoci così un forte segno di continuità e la forza di continuare ad andare avanti rimboccandoci le maniche come sempre, consci che ne usciremo fuori al più presto da quanto ci è accaduto.”