Per un po’ Richard riusci’ a sconfiggere il fato e nell’estate del 2004 lascio’ l’ospedale con qualche miglioramento. La vita lontano dai rally rivelò un altro aspetto della personalità di Richard, un uomo in pace con se stesso e che aveva finalmente trovato la serenità insieme a Zoe, la sua ragazza. Certo, non era mai stato un uomo stravagante e smanioso di denaro, lo dimostra il fatto di non aver mai comprato appartamenti a Monaco o Jet privati o altre stravaganze che molti dei suoi colleghi avevano.
L’ultimo periodo della sua vita lo trascorse ad Andorra, un posto che amava particolarmente, gli piacevano le persone del posto e i paesaggi che offriva, cose che possono essere apprezzata da chiunque. Un amico intimo di Richard ha detto: “Richard amava le cose semplici: la vita e l’amore. Quantomeno alla fine le ha trovate”
Un grande uomo quindi oltre che un grandissimo pilota. Dieci vittorie, 275 speciali vinte. Una generazione di piloti si è ispirata a lui, non ultimo Sebastien Loeb che ha detto a suo onore: “Quando cercavo di imparare a guidare una vettura WRC, mi ispiravo a lui. Era pulitissimo e precisissimo nella guida, ed era stupefacente il controllo che aveva della macchina. Molto di quello che sono è merito di Richard.”
Una delle persone che lo conoscevano meglio è il suo navigatore, Roberg Reid, che ha detto: “Credo che farebbe un gran bene ai giovani piloti leggere il libro su Richard, per vedere il lavoro e la passione che ha messo nella sua carriera, per ispirarsi a lui come lo sono stato io”